‘Dentro l’Apocalisse’ è il libro di Lino Milita edito da Vertigo Edizioni.
“Certamente riusciremo, per ora, a sfamare in modo quasi decoroso dieci miliardi di individui. Gran parte di noi, però, lotta per l’accesso all’acqua potabile. Le scorie nucleari ci deformano. Le zone acide si espandono e noi dobbiamo lavorare e piangere, nella speranza di accedere a fonti energetiche che garantiscano un minimo di sussistenza. Abbiamo il dovere di perpetuarci attraverso le generazioni a venire, nella fede di esser noi stessi un monumento vivente di coloro che furono. Si fa la guerra per questo.”
Una narrazione serrata che tiene avvinto il lettore e lo trasporta in una dimensione parallela, in un mondo ‘altro’ da cui trarre insegnamenti e in cui fare esperienze nuove.
Noi di Vertigo Edizioni abbiamo intervistato l’autore per comprendere meglio e ancora di più il suo legame con la scrittura. E per scoprire i retroscena del suo libro, le motivazioni che lo hanno spinto a decidere di scriverlo e di condividerlo con i lettori. Per soddisfare la nostra e la vostra curiosità gli abbiamo posto alcune domande alle quali ha risposto con disponibilità e mettendo a nudo la sua anima..
Di seguito riportiamo l’intervista a Lino Milita.
L’idea di questo libro è nata in un momento particolare della sua vita?
L’idea originaria, quasi infantile, e limitata rispetto alla trama, risale al 1989. Scrissi i primi appunti. Lo ripresi agli inizi del 2000 e poi del 2009 studiando tantissimo per comprendere concretamente gli argomenti che via via emergevano. Però mi fermai ogni volta, perché risultava un’enciclopedia e non più un romanzo. Nel 2017, dopo tanti anni, e aver scritto per lavoro in ambiti diversissimi, e anche dopo aver pubblicato nel decennio passato un racconto “Tutto sotto controllo. Un corpo allo specchio”, due libri di poesie con immagini “Sogni Sospesi” e “Reciproche Rinascite”, una traduzione in inglese di quest’ultimo “Mutual Rebirths”, alla fine, mi gettai. Il materiale era immenso: era ora di scolpire e togliere ….. me stesso, la mia biografia; denudarmi. Utilizzai il mio modo usuale del poetare: me stesso come un amplificatore e diapason della trama del romanzo. Scrivendo quasi in trance, nell’interpretare fisicamente, e non in modo metaforico, i protagonisti.
Ogni protagonista interiorizza lo stesso mondo che è descritto nel libro. Ognuno di loro è una individuazione dell’APOCALISSE, del cambiamento radicale, della consapevolezza di esser limitati rispetto al tutto nel quale si è concretamente immersi. La paura, l’angoscia, il terrore, il nulla: tutto è dentro ogni protagonista. Io posso porre la domanda; io voglio la risposta. Da questa esigenza comprendo la mia limitatezza che mi suggerisce quella nozione di infinito che non so esprimere, perché la sto vivendo. Ogni nome di un protagonista, come dei toponimi, ha un significato poliedrico: etimologia, simbolo, scopo, allegoria, tratto del vivere umano.
Come ha scelto il titolo del libro?
Il titolo è apparso nella mia mente nel mese di settembre 2017. Lo scrissi in modo scaramantico il primo settembre. Per tutta l’estate rimuginavo nel cimentarmi una volta per tutte, sia rispetto al titolo, sia rispetto al libro vero e proprio. Poi mi sono deciso.
A quale tipo di pubblico si rivolge?
Il libro ha la struttura di uno scrigno medievale: ha più livelli. Lo stile incentrato sui dialoghi è scorrevole. Il lettore non si deve preoccupare di scrutare i significati reconditi per ogni pagina, perché sono inconsci e costituiscono il nostro orizzonte cognitivo e simbolico. Il ritmo è quello del romanzo d’avventura. L’adolescente avrà la sensazione di immergersi in un videogioco. I e le giovani vedranno l’impiego di tecnologie di oggi, spostate di poco verso il futuro mediante un espediente fantascientifico verosimile e ben strutturato. I trentenni ricaveranno materia di riflessione geopolitica ed ecologica, riferita ai temi odierni. I più avanzati d’età si sentiranno coinvolti dai propri sogni ancora inesplorati. Tutte, e tutti, avranno la possibilità di confrontarsi con l’angoscia del trapasso in relazione all’eternità. Questa avventura è l’individuazione, come ogni Apocalisse, della domanda di sé e del proprio senso d’esistenza.
Ha delle abitudini particolari durante la lettura?
Più che abitudini uno stile di vita. Conduco una vita regolare: pratico lo sport in maniera quasi quotidiana. Leggo e scrivo in modo sistematico. Anche e a partire dalle mie attività lavorative, cerco di tenermi aggiornato su ciò che accade nel mondo. L’approccio filosofico e quello storico costituiscono le mie tendenze di viaggio. La poesia e il poetare sono la mia linfa e corteccia. Da ex maratoneta agonistico mantengo lo stesso approccio nel gestire le mie attività: il costante impegno di lungo periodo. Più semplicemente cerco ogni giorno a mantenere l’atteggiamento dello studente. Dopodiché, quando voglio scrivere, cerco di dimenticarmi e porre il mio “io” nello sfondo. E mi immagino di essere un amplificatore armonico dei personaggi, dei luoghi, delle storie. Posso smettere di scrivere all’istante, alzarmi, e da solo in camera (non è il caso che alcuno mi veda ahahha), interpretare veramente i protagonisti che via via snodo nella trama, come se fossi al teatro davanti al muro o alla finestra. È come se intorno avessi un palcoscenico e un pubblico, e tutti assieme stessimo scrivendo la “nostra” trama.
Sta già lavorando a un nuovo progetto dopo ‘Dentro l’Apocalisse’?
Sto studiando e traducendo poesie. Al fine di non ripetermi, sono da più di un anno in fase di incubazione e di sperimentazione. Ho due piani di lavoro: in uno sto pensando ad un nuovo romanzo, nell’altro scrivo versi. Tutto ciò è all’interno di una attività laboratoriale e di studio. Ho tantissime idee che sto consolidando da più di un anno, con lo studio degli argomenti sottesi, con anche la letteratura parallela di poeti e romanzieri contemporanei e del passato italiani e di tutti i continenti. Come risposto nella domanda precedente, sto impersonando uno studente che cerca di delineare storicamente le tendenze di questo tempo, individuando una storia sia in prosa sia in una costellazione organica di poesia, in cui vi siano tratti essenziali del nostro vivere prossimo futuro, cioè di domani mattina.
Noi di Vertigo Edizioni ringraziamo ancora Lino Milita per averci dedicato il suo tempo. Da parte nostra, siamo lieti di aver camminato al suo fianco lungo il percorso editoriale che ha portato alla pubblicazione del suo manoscritto ‘Dentro l’Apocalisse’. A lui auguriamo di ottenere il riscontro che desidera dal pubblico, mentre ai lettori facciamo l’augurio di perdersi nell’autenticità delle sue parole ….