‘Breve diario di Fernando P., giovane, vinto dall’amore’ è il romanzo di Loris Babbini edito da Vertigo Edizioni.
Al centro del romanzo c’è l’amore. L’amore nella sua forma più estrema e più pura: la sofferenza. La sofferenza del cuore che oscura ogni cosa e spinge a pensieri e azioni da cui non si può tornare insieme. Nel diario del giovane protagonista del libro troviamo la bellezza dell’amore declinata in forma di lettere e di poesie, troviamo un racconto intenso in cui si alternano tutti i sentimenti che ruotano intorno alla sublime emozione dell’amore.
Noi di Vertigo Edizioni abbiamo intervistato l’autore per comprendere meglio le motivazioni che lo hanno avvicinato alla scrittura e lo hanno spinto a scrivere il suo romanzo. Per noi e per i lettori è stato un piacere conoscere i retroscena relativi alla creazione del libro e i pensieri più personali dell’autore.
Riportiamo di seguito l’intervista a Loris Babbini.
Dove ha trovato l’ispirazione per scrivere questa storia?
Be’ intanto… Salve! Collaborare con una casa editrice come Vertigo è davvero un piacere, mi sto divertendo tantissimo! Dunque… L’ispirazione…Per me che sono anche poeta la parola “ispirazione” ha un valore immenso, ma son sincero, da un lato non vorrei svelare troppo, dall’altro non voglio lasciare a bocca asciutta i miei lettori…. Ovviamente in questa mia opera è velata una mia vicenda sentimentale di tanti anni fa: una ragazza di cui ero follemente innamorato mi lasciò tragicamente (capita, no?) e così passai un momento terribile tra lacrime, pianti e grandi incertezze sul futuro…. Scrivere questo romanzo mi aiutò tantissimo ad esorcizzare il dolore, a trovare appigli giorno dopo giorno, a superare il trauma emotivo. Un ruolo chiave l’ebbe la lettura de “I dolori del giovane Werther” di Goethe, cui il mio lavoro un pochino si rifà. Ricordo che quando ebbi tra le mani questo romanzo mi colpì tantissimo, lo lessi in modo estremamente vorace, mi coinvolse pienamente, in un certo qual modo lasciò un segno dentro a me che si può un pochino intuire anche nel mio lavoro, seppur quest’ultimo è strutturato in maniera estremamente diversa ed a mio avviso originale.
Quanto c’è di autobiografico nel suo romanzo?
Il mio lavoro “Breve diario di Fernando P., giovane vinto dall’amore”, lo scrissi in una età un pochino travagliata, un’età nella quale erano ancora vivi in me tutti i turbamenti adolescenziali: timidezza, insicurezza, incapacità di relazionarsi con l’altro e soprattutto con le ragazze, incapacità di dar adito a quel folle sentimento che in fondo è l’amore. Scrivendo ho lasciato correre la mia fantasia, le mie idee, ho strutturato una storia che in parte è inventata ma che in parte richiama qualcosa di realmente accaduto. Scrivendo mi sono “guardato dentro”, è stata una sorta di terapia di cura alle mie ferite interiori. Ora mi sento molto più adulto, più sereno sotto molti aspetti e in fondo la vita stessa ci invita a crescere, a migliorarci, no? Quel Loris Babbini che tempo fa scrisse la sua opera ora non c’è più, ora c’è un ometto che se la sta cavando tra le vicende della vita, tra assunzione di responsabilità, lavoro e, perché no? Del sano divertimento. Diverse volte mi capita di ripensare a ciò che ero, a ciò che sono stato…. Mamma mia, mi metto le mani nei capelli (ah be’ non li ho più … hihihi) è stata davvero dura crescere con la mia sensibilità, con il mio animo, con il cuore che ho e che sento sempre così immenso!
C’è un libro al quale è particolarmente legato e che le ha insegnato qualcosa?
Non so in che modo, ma tempo fa mi capitò tra le mani, oppure vidi la copertina sul web, o insomma, proprio non mi ricordo, “Il giardino dei Finzi Contini” di Bassani. Lo sto ascoltando un po’ alla volta su RAI PLAY e devo dire che mi sta lasciando letteralmente a bocca aperta. Mi sta insegnando a scrivere, ha cambiato il mio modo di scrivere. E’ un’opera fantastica, la trovo ricchissima di particolari, di intrecci, la storia stessa, il filone centrale regge e coinvolge il lettore. Il finale lascia senza fiato, è agghiacciante. La storia d’amore mancata tra il protagonista e Micole Finzi Contini è scritta magistralmente, riesce a rendere originale la classica e ritrita vicenda sentimentale a tre, in cui una ragazza con una scusa rifiuta le avances di un ragazzo poiché in realtà è attratta dall’amico del ragazzo (spiegata malissimo… sorry!!!). Poi su youtube mi sono visto il film, per la regia di Vittorio De Sica: meraviglioso pure quello, con una colonna sonora che trafigge l’animo.
Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?
Scrivere, da sempre mi solleva l’animo. Quando ‘klikko’ i pulsantini della tastiera del PC, o quando impugno una penna ed inizio a vergare il mio taccuino, o un foglio di mala, mi sento meglio. Ho una piccolissima collezione di penne, una quindicina, ad un mercatino dell’usato ho comprato un baule, di quelli vecchi, da corredo e lì ho messo tutti i miei quaderni i miei taccuini, gli appunti i diari: ho stampato un’etichetta con scritto “BAULE PESSOIANO” in riferimento al grandissimo autore portoghese Pessoa e gliel’ho messa sopra. Scrivo da quando avevo 15 anni (ora ne ho 45….) una vita! Non ho mai capito perché o per come… Lascio andare il mio istinto. Le mie prime poesie le pubblicai nel giornalino dell’istituto agrario di Cesena, si chiamava “IL senso dell’humus” tanto per rimanere in tema agricolo. Porto quasi sempre con me il taccuino, molto spesso “ho ispirazione” oppure trascrivo un pensiero o un’idea o semplicemente lo sfoglio per vedere un po’ a che punto sono se c’è qualcosa da trascrivere nel miei blog FB ed IG: Lettera 22. Per fortuna che scrivo, mi aiuta a vivere!
E’ già al lavoro su un nuovo romanzo dopo ‘Breve diario di Fernando P., giovane, vinto dall’amore’?
E’ difficile essere scrittori e poeti allo stesso tempo. La poesia è sporadica e richiede grande attenzione, l’attività di scrittore invece è metodica: o fai uno o fai l’altro. Tutti e due assieme è difficile, ma si può provare. Un’idea per un lavoro l’ho in mente da un po’ e spero davvero di buttarla giù, nero su bianco. Ma io lavoro anche nell’azienda agricola di famiglia, un lavoro molto impegnativo: scrivere è una grandissima passione ma bisogna anche guadagnarsi il pane! Tornando al mio prossimo lavoro: sarà un giallo, ambientato a Cesena, la mia città che amo follemente, assieme alle altre città in cui ho vissuto: Bologna per gli studi universitari e Lisbona per l’Erasmus, dove conobbi i libri del grande Pessoa. Spero vivamente di iniziare a scriverlo prima della fine di quest’anno. Una certa ispirazione me l’ha fornita “Requiem” di Tabucchi, che non so in che modo riesce a creare e mantenere nel suo romanzo un clima surreale e sospeso! Sarà una dura prova per me ma voglio provarci: la scrittura è davvero il mio mondo! Un caro saluto e grazie a Vertigo Edizioni!
Noi di Vertigo Edizioni ringraziamo ancora Loris Babbini per averci dedicato il suo tempo e per aver risposto con parole autentiche alle nostre domande. Per noi è stato un piacere camminare al suo fianco lungo il percorso editoriale che ha condotto alla pubblicazione del suo manoscritto ‘Breve diario di Fernando P., giovane, vinto dall’amore’. Gli auguriamo di ottenere il riscontro che desidera e di continuare a trasporre su carta i suoi pensieri e le sue idee.