Il romanzo racconta la vicenda di un uomo intorno ai 50 anni, appunto il Leo Pardoni che dà il titolo al libro. Leo Pardoni è un personaggio positivo, è allegro e spensierato, conduce una vita senza pensieri in Francia, per l’esattezza a Parigi. Un giorno la sua esistenza facile viene interrotta da un evento imprevisto, come spesso accade nella vita: le cose accadono quando meno te lo aspetti, quando assolutamente ‘non avresti mai pensato che ….’
Del resto anche l’idea di questo romanzo è arrivata all’improvviso, come ci racconta l’autore nell’intervista, ed ecco che le parole sono uscite fluide e si sono riversate sul foglio dando vita alle avventure di Leo Pardoni.
L’ironia è fondamentale per l’autore e proprio per questo la vicenda ha preso spunto da un evento realmente accaduto, ossia il suo trasferimento dalla luminosa Parigi a un paesino sperduto nella campagna Toscana …. e si è poi arricchita di dettagli e particolari che non sono esistiti nella realtà. Dalla noia della forzata convivenza con i genitori, anziani e attaccati alle loro abitudini, si è arrivati a un racconto intriso di umorismo in cui per la serietà c’è poco spazio, mentre per l’arguzia c’è sempre posto.
Il libro ha una trama ricca e un linguaggio ironico e leggero che rende gradevole la lettura. Pagina dopo pagina ci si appassiona alle vicende di quello che potremmo definire ‘detective per caso’ dato che si trova infilato in un mistero con tutte e due le scarpe. E con il corpo. E con la testa.
Leo Pardoni è il classico personaggio un po’ stralunato di cui ci si innamora subito, rafforzando il sentimento con il progredire della narrazione. Non è un super eroe o un maxi-uomo dai superpoteri, dimentichiamo Superman e Spiderman: qui c’è un uomo normale. Un uomo che si trova a gestire una situazione a metà fra il tragico e il comico, tra il misterioso e il divertente. Dalle telefonate del mistero che aprono il racconto a tutto quello che accade dopo, con una tipica reazione a catena, tutto si tinge di leggerezza.
Obiettivo dell’autore è infatti quello di dar vita a un romanzo avvincente e spassoso, con un personaggio principale in cui ognuno possa riconoscersi o trovare un riferimento che favorisca l’immedesimazione. E aiuti ad affezionarsi a lui, a perorare la sua causa e a desiderare che torni per vivere nuove avventure in uno (due, tre ….?) sequel.
Noi di Vertigo Edizioni abbiamo intervistato l’autore per scoprire dettagli in più sulla sua vita, sui suoi pensieri e sulle emozioni che lo hanno portato alla scrittura del suo libro. Per noi e per i lettori è infatti interessante capirne di più, avere accesso ai retroscena relativi all’ideazione e alla stesura del libro. Siamo sempre alla ricerca di un modo per avvicinarci di più ai nostri autori e per comprendere se ci sia stato un momento particolare che lo ha avvicinato alla scrittura.
Riportiamo di seguito l’intervista a Francesco Dori.
In quale momento ha avuto l’idea di scrivere questa storia?
A dire il vero l’idea è venuta ad altri. Avevo cinquant’anni e vivevo una vita libera e spensierata all’estero quando una serie di sfortunate e inattese circostanze mi portarono a trascorrere un lungo periodo a casa dei miei anziani genitori nel bel mezzo della campagna toscana. Il cambio di stile di vita, da me abbandonato con gioia e impazienza decenni prima, si rivelò molto più difficile di quanto avessi mai immaginato. Insofferente verso abitudini ataviche della mia famiglia, incominciai ad intrattenere via email una corrispondenza con un gruppo di amici in giro per il mondo, in cui, da buon toscano, sfottevo gli usi e costumi della mia gente e delle mie radici. I miei racconti, comici e al limite del surreale, piacquero, e furono in molti a suggerirmi di farne un libro. È stata un’esperienza positiva, che mi ha fatto forse per la prima volta apprezzare non solo la vita di campagna e scoprire una passione e talento per il giardinaggio di cui non ne ero cosciente, il buon mangiare e sopratutto la, forse un po’ invasiva ma eternamente affettuosa presenza di parenti e familiari. Leo Pardoni è un inno a prendere la vita con leggerezza, proprio come piace a me.
Quanto c’è di lei nel romanzo?
C’e sempre qualcosa di noi in quello che raccontiamo e c’è sicuramente molto di me in Leo. I caratteri nel romanzo esistono e li conosco bene, alcuni hanno fatto parte della mia vita, altri lo sono ancora e li ho portati a Rogne e dopo aver rivisto e riveduto, esasperando un po’, i loro caratteri, li ho fatti incontrare dai miei. Un mondo strambo ma non più di tanto, allegro e leggero che ho messo a contrasto con quello più serio, meno elastico ma non rigido dei miei e mi sono divertito a giocare con loro.
Ha sempre avuto la passione per la scrittura?
Il mio carattere mi ha sempre portato a vedere le cose in modo sarcastico e pungente e spesso mi sono diverto a metterle per scritto. Sì, lo scrivere mi diverte ma non solo, mi rilassa e mi fa pensare.
E’ già al lavoro su un nuovo progetto? Pensa che potrebbe pubblicare di nuovo con Vertigo Edizioni?
Sì, sono al lavoro sul sequel di Leo Pardoni e su un romanzo thriller/romantico.
Potrei collaborare di nuovo con la Vertigo Edizioni, molto volentieri, in quanto i miei contatti con la casa editrice sono stati professionali e molto soddisfacenti. Ora è presto comunque, per il momento sono curioso di vedere come verrà ricevuto Leo Pardoni.
Noi di Vertigo Edizioni ringraziamo ancora l’autore per averci dedicato il suo tempo e aver risposto alle domande che gli abbiamo posto. Siamo stati lieti di camminare al suo fianco nel percorso editoriale che ha portato alla pubblicazione del suo manoscritto ‘Bentornato Leo Pardoni’ e gli auguriamo di ricevere da parte del pubblico il riscontro che desidera. A Francesco Dori auguriamo inoltre di raccogliere gli spunti, le idee e i progetti per il nuovo libro in modo originale e proficuo.