‘Il portavoce afono’ è il libro di Stefano Lucidi edito da Vertigo Edizioni.
In questo libro l’autore, Senatore della Repubblica Italiana, ricorda le caratteristiche originarie del portavoce del Movimento Cinque Stelle e l’evoluzione in negativo di questa figura. Una figura di grande importanza, si tratta di “Una figura mitologica, metà cittadino e metà onorevole (…), non gli importa di rendite di posizione, di blog, di post, di like, di follower”. Anche se oggi “la sua fedina morale si sporca, cede ai vizi e scende a compromessi”.
E’ stata la partecipazione diretta ai governi del Paese a causare il radicale cambiamento nei Cinque Stelle. Un movimento partito bene e finito male, poiché dopo aver alimentato grandi speranze si è trovato a dover fronteggiare contraddizioni e tensioni che per lungo tempo sono stare ignorate o sottovalutate, ma alla fine sono ‘esplose’.
E’ un libro che nasce dall’esperienza vissuta in prima persona nella politica e dalla conoscenza diretta di un mondo in cui i buoni propositi rischiano spesso di perdersi dietro la consuetudine di cattive pratiche.
Noi di Vertigo Edizioni abbiamo intervistato l’autore per scoprire qualcosa in più sui retroscena del libro e sulle motivazioni che lo hanno portato ad avvicinarsi alla scrittura e a intraprendere il percorso di pubblicazione.
Di seguito riportiamo l’intervista a Stefano Lucidi.
Chi è il portavoce di un movimento politico?
Il portavoce, per come era stato ideato nel contenitore 5 stelle avrebbe dovuto essere l’organo terminale di una rete di intelligenze collettive, capaci di convergere più o meno velocemente verso una soluzione, certa e condivisa, ai vari problemi delle nostre comunità. Purtroppo nel corso del tempo, abbiamo preso coscienza che esistevano due tipi di problemi per poter far vivere questo nuovo uomo politico; un primo problema era insito nel limite fisiologico dovuto alla complessità della macchina istituzionale, che impedisce di fatto la possibilità di fare politica al di fuori dei palazzi del potere. Il secondo aspetto è relativo alla crisi dei concetti di democrazia diretta e intelligenza collettiva. Nel primo caso il limite è reale non soltanto a livello parlamentare, quindi per le attività di Camera e Senato, ma anche a livello regionale e locale. Abbiamo toccato con mano che l’architettura dello Stato non si sposa e non è replicabile attraverso soluzioni virtuali, così come la democrazia diretta resta di fatto una incompiuta. Quella che resta è l’intelligenza collettiva che sta lì in rete da qualche parte, ma il movimento non è stato in grado di tirarla fuori. Ed è per questo che il portavoce alla fine diventa un po sfiatato, o meglio, afono.
E’ possibile ‘cambiare le cose’ e non scendere a compromessi con le logiche di potere?
In un sistema democratico, occidentale, nelle democrazie e nelle società aperte come le nostre è molto improbabile che un Governo possa cambiare lo status-quo, se non impossibile. Come ho scritto nel libro, la logica del compromesso è l’essenza stessa della democrazia, proprio perché la sintesi e il punto di caduta di tutte le proposte arrivate al tavolo della discussione, sono sempre un compromesso, in cui ciascun attore lascia e perde qualcosa della sua proposta originale. Le cose possono sicuramente cambiare, sopratutto in meglio, ma non a scapito della democrazia e delle regole politiche e civili. Questo significa semplicemente che la logica del compromesso tende a stabilizzare ogni tentativo di cambiamento radicale, intervenendo con una reazione ad ogni evoluzione o per meglio dire: rivoluzione.
Quando ha scoperto la passione per la scrittura?
Già nella mia precedente carriera professionale come ingegnere in realtà il prodotto finale del lavoro era comunque un testo scritto, che tipicamente poteva essere una relazione. Poi gli anni passati in Parlamento, e siamo quasi nove, hanno significato tanti comunicati stampa, post e tweet più che quotidiani. Migliaia e migliaia di pagine scritte, quindi, la fase di scrittura è stata una attività costante nella mia vita lavorativa e politica, e anche scrivere un libro è stato un momento celebrativo per mettere nero su bianco un tema, un argomento sul quale avevo alcune cose da dire. Certo, avere in mano un libro, finito e stampato, e sapere di essere riuscito a scriverlo tutto fino in fondo, è già un successo in sé, sia perché è comunque un progetto compiuto, ma più in generale c’è la grande soddisfazione per aver prodotto un qualcosa che ha di certo un grande fascino e resta un oggetto di grande importanza.
A quale tipo di pubblico si rivolge?
Nel caso del Portavoce Afono, a tutte quelle persone che hanno interesse e curiosità di conoscere un momento storico che ha visto milioni di persone convergere verso un progetto politico nuovo. Lettori che vogliono sapere perché un movimento politico, alla fine un partito riesce in maniera drammaticamente semplice a raccogliere milioni e milioni di voti, raccontando un sogno. Tutte quelle persone che non hanno potuto vivere dall’interno il limite di questo sogno, incrinato da una componente umana fortissima che ha frantumato e mandato in mille pezzi la visione e l’utopia del Movimento 5 Stelle. Un pubblico, credo abbastanza variegato, in età e interesse. Qualcuno che vuole condividere punti di vista analitici, non personali e sopratutto senza falsa modestia e rancore.
E’ già al lavoro su un nuovo progetto dopo ‘Il portavoce afono’?
Si. È già in uscita nelle prossime settimane un nuovo libro, scritto a più mani, sul tema della censura da parte dei Big Tech di Internet. Poi ho alcune idee in mente, qualcuna più concreta e già con un buon database pronto, ma si tratta di saggi sui temi del lavoro, della commistione tra tecnica e politica, e sui casi di aziende in crisi fallimentare. Più vagamente invece mi piacerebbe raccontare una storia, quella comune a tante persone, Tutti quegli adolescenti che si preparano ad un salto generazionale, ad uno scatto sociale, ma che sarà soltanto un esercizio preparatorio per permettere ad altri, i propri figli di spiccar davvero il volo. Un vero romanzo di formazione. Vedremo.
Noi di Vertigo Edizioni ringraziamo ancora Stefano Lucidi per averci dedicato il suo tempo e gli auguriamo il meglio per i suoi progetti futuri.